Programmi laurea magistrale
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IN/0195 - LABORATORIO DI TECNICHE GEOFISICHE PER LO STUDIO DI AREE COSTIERE A RISCHIO AMBIENTALE
Anno Accademico 2019/2020
- Docente
-
LUCA PIRODDI (Tit.)
- Periodo
- Primo Semestre
- Modalità d'Erogazione
- Convenzionale
- Lingua Insegnamento
- ITALIANO
Informazioni aggiuntive
Corso | Percorso | CFU | Durata(h) |
---|---|---|---|
[70/73] INGEGNERIA PER L'AMBIENTE E IL TERRITORIO | [73/00 - Ord. 2017] PERCORSO COMUNE | 3 | 30 |
[70/86] INGEGNERIA PER L'AMBIENTE E IL TERRITORIO | [86/00 - Ord. 2016] PERCORSO COMUNE | 3 | 30 |
In accordo con i "Descrittori di Dublino", gli studenti dovrebbero acquisire le capacità di:
1)dimostrare adeguata conoscenza e comprensione della Geofisica Applicata e dei suoi metodi in fase operativa;
2)applicare le loro conoscenze e le loro capacità di comprensione e di risolvere, in un contesto generale;
3)integrare autonomamente le loro conoscenze ed essere in grado di formulare valutazioni tecniche;
4)comunicare le loro conclusioni in forma corretta in una relazione tecnica finale;
5) usare le loro capacità d'apprendimento per approfondire l'applicazione delle tecniche geofisiche con riferimento particolare alle problematiche proprie delle piane costiere.
Preferibilmente, lo studente dovrebbe aver sostenuto l'esame o almeno aver frequentato il corso di Geofisica Applicata.
Le aree costiere, in particolare le piane con elevata concentrazione di attività antropiche, sono indubbiamente tra quelle caratterizzate da un più elevato rischio ambientale. In esse, infatti, fattori naturali (primi fra tutti i prolungati periodi siccitosi) ed eventi correlati all'attività dell'uomo (sorgenti inquinanti per i suoli e per le falde; sfruttamento non controllato delle acque sotterranee, etc..), si sovrappongono nell'alterare un equilibrio già per sua natura fragile. Un tipico esempio di alterazione delle condizioni naturali nelle piane costiere è rappresentato dal fenomeno dell'intrusione marina, ovvero della progressiva salinazione delle falde e dei suoli, con danni spesso irreversibili e gravi conseguenze economiche e sociali; altri aspetti riguardano i fenomeni di accumulo di materiali erosi e trasportati dai corsi dacqua.
In questo contesto, l'assunzione di misure efficaci sia per la mitigazione e l'arresto dei fenomeni eventualmente in atto, sia per la loro prevenzione, implica una conoscenza dettagliata delle condizioni geologiche ed idrogeologiche dell'area. In questo senso, come ampiamente dimostrato in letteratura, le indagini geofisiche possono giocare un ruolo importante.
Gli obiettivi del laboratorio didattico consistono quindi nel richiamare le possibili problematiche e la fisica dei fenomeni di interesse e, quindi, sulle tecniche geofisiche più appropriate per le specifiche finalità conoscitive.
L'attività sarà dunque focalizzata sui seguenti argomenti:
1) studio applicativo delle caratteristiche fisiche tipiche delle aree costiere -a loro volta dipendenti dalle caratteristiche idrogeologiche- e delle possibili problematiche ambientali;
2) individuazione delle tecniche geofisiche più idonee per il conseguimento di un quadro conoscitivo adeguato ;
3) esercitazioni pratiche sull'uso della strumentazione, anche con operazioni di acquisizione sul terreno;
4) elaborazione ed interpretazione geofisica dei dati, anche con esercitazioni pratiche su dati già acquisiti;
5) interpretazione combinata dei risultati in termini ambientali ed idrogeologici.
Il laboratorio prevede una parte introduttiva in aula per il richiamo delle tecniche geofisiche (gravimetria, metodi elettrici, metodo sismico a rifrazione o altri) per circa 8 ore; e una fase pratica con acquisizione dei dati e loro elaborazione, per le residue 22 ore; 45 ore di lavoro autonomo per le elaborazioni e la preparazione della relazione tecnica.
Relazione tecnica sui rilievi eseguiti.
L’idoneità sarà raggiunta se almeno 3 obiettivi didattici su 5 saranno valutati positivamente nella relazione.
Nella valutazione si tiene conto di:
1) Conoscenza dell’argomento;
2) Correttezza delle elaborazioni dei dati;
3) Capacità critica di ragionamento;
4) Impiego di un adeguato linguaggio tecnico-scientifico;
5) Capacità di relazione tra gli argomenti.
Everett M.: Near-Surface Applied Geophysics, Cambridge Univ. Press (2013);
Mussett A. E. e Khan M. A.: Esplorazione del sottosuolo, una introduzione alla geofisica applicata, Zanichelli Ed., Bologna (2003).
Carrara E., Rapolla, A. e Roberti N.: Le indagini geofisiche per lo studio del sottosuolo: metodi geoelettrici e sismici, Liguori Ed., Napoli (1992)
Reynolds J. M.: An Introduction to Applied and Environmental Geophysics. J.Wiley and Sons (England). (1997);
Dentith M. e Mudge S. T.: Geophysics for the Mineral Exploration Geoscientist, Cambridge University Press, (2014);
Dobrin, M. B. e Savit C. H.: Introduction to Geophysical Prospecting, McGraw-Hill, third edition e succ. (1998);
Eventuale materiale distribuito dal docente
Everett M.: Near-Surface Applied Geophysics, Cambridge Univ. Press (2013);
Mussett A. E. e Khan M. A.: Esplorazione del sottosuolo, una introduzione alla geofisica applicata, Zanichelli Ed., Bologna (2003).
Carrara E., Rapolla, A. e Roberti N.: Le indagini geofisiche per lo studio del sottosuolo: metodi geoelettrici e sismici, Liguori Ed., Napoli (1992)
Reynolds J. M.: An Introduction to Applied and Environmental Geophysics. J.Wiley and Sons (England). (1997);
Dentith M. e Mudge S. T.: Geophysics for the Mineral Exploration Geoscientist, Cambridge University Press, (2014);
Dobrin, M. B. e Savit C. H.: Introduction to Geophysical Prospecting, McGraw-Hill, third edition e succ. (1998);
Eventuale materiale distribuito dal docente
Materiale didattico distribuito dal docente